INTERVISTA A MADRE CHIARA CAZZUOLA

Su La Voce e il tempo del 23 gennaio , il settimanale della Diocesi di Torino, è stata pubblicata questa intervista gentilmente concessa da Madre Chiara Cazzuola dopo la sua elezione. La riportiamo integralmente (dopo l’immagine segue il testo).

Madre Chiara Cazzuola, classe 1955, è nata a Campiglia Marittima. A 16 anni inizia il periodo di orientamento e verifica con le Figlie di Maria Ausiliatrice per discernere la sua vocazione, a 18 anni vive il tempo del Noviziato a Castelgandolfo. Emette la sua prima professione religiosa nel 1975.  E’ laureata in Materie Letterarie ed ha insegnato al Liceo Sperimentale di Montecatini. Dal 2001 riveste incarichi di responsabilità a livello provinciale e diventa Ispettrice  nel 2007. Durante gli ultimi Capitoli Generali, il suo nome risuona più volte in assemblea:  nel 2008 viene scelta come Consigliera Visitatrice, nel 2014 è eletta Vicaria Generale e il 5 ottobre del 2021 viene eletta  Madre Generale.   

 

Madre Chiara, qual è stato il tuo primo pensiero quando dalle urne del Capitolo è uscito il tuo nome e ti hanno chiesto di essere la Madre Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice?

Ho pensato che non poteva essere vero.  Mi sono sentita incapace e piccolissima. Mi sembrava una cosa grandissima, che mi superava, come avrei potuto assumere un compito così importante? Ma come avrei potuto dire di no? Perciò alla domanda della Capitolare più anziana che mi chiedeva se accettavo, ho risposto “È una missione più grande di me. Io mi fido del Signore e mi affido a Maria Ausiliatrice che sento molto presente. Per questo dico sì e vi ringrazio della fiducia, so che sarà un cammino che percorreremo insieme”.

 

Ora sei  Madre per tante figlie sparse in tutto il mondo. Che cosa provi?

E’ stata una chiamata avvertita con un sussulto sorpreso, accolta con trepidazione, ma con cuore aperto e fiducioso in Lui che è fonte feconda della vita e nelle mie sorelle-figlie.  Mi sono sentita abitare l’anima dall’ immagine di Maria alle nozze di Cana:  attenta, accorta, solerte, coraggiosa nel dialogo con Gesù e nell’anticipare l’ora del dono, attiva e decisa nell’intervenire perché la gioia di tutti continuasse e soprattutto crescesse nella sorpresa di un più, di un oltre che la fede aveva regalato a tutti. Ecco: essere “madre” per me è questo. Sento che la maternità è una forza d’amore che urge dentro e muove alla dedizione. L’essere Madre mi rende desiderosa di ascoltare, comprendere, accogliere, incoraggiare, avere cura, essere per tutte sostegno, potenziare la voglia di vivere la comunione fraterna e la missione tra i giovani, con una gioia sempre aperta a crescere.

 

Che cosa sogni per loro alla vigilia del 150° anniversario di fondazione dell’Istituto?

Con il Capitolo Generale XXIV siamo già entrate nel pieno della celebrazione del 150° in cui facciamo memoria della fedeltà di Dio e della presenza di Maria Ausiliatrice che hanno suscitato il nostro Istituto e non cessano di accompagnarne lo sviluppo.  Abbiamo vissuto questo  grande evento come un’opportunità di rinnovamento e di rivitalizzazione vocazionale e missionaria.

Per le mie sorelle sogno che abbiano il coraggio di scelte sobrie e coerenti, che siano donne felici, pienamente realizzate nella loro vocazione, che siano contente di spendersi per i giovani, di stare in mezzo a loro, che siano geniali e fedeli nel vivere gli impegni della consacrazione salesiana.

 

Qual è stato il tema del 24° Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausialitrice?

Il tema che ha guidato la  nostra riflessione – “Fate tutto quello che Egli vi dirà”. Comunità generative di vita nel cuore della contemporaneità –    è emerso dopo un’intensa preparazione svoltasi in tutto il mondo con il desiderio di rispondere alle sfide educative contemporanee, in sintonia con il  cammino della Vita consacrata nella Chiesa.  L’obiettivo che ha sollecitato e sollecita il nostro impegno è stato quello di risvegliare la freschezza originaria della fecondità vocazionale dell’Istituto. Nel corso del Capitolo è emersa la necessità di lasciarci interpellare dalle sfide con uno sguardo contemplativo e profetico per accompagnare il cammino delle giovani, dei giovani e delle famiglie comprendendone le fatiche, le sofferenze, le difficoltà, le speranze e le attese.

 

Quali sono le sfide del Capitolo Generale che avete appena terminato?

La nostra riflessione si è concentrata sulla lettura della realtà complessa, in continuo cambiamento e, in un lungo processo di discernimento, siamo arrivate a compiere tre scelte indispensabili: essere in formazione continua, camminare in sinodalità, agire in rete nell’ottica dell’ecologia integrale. Tre azioni il cui filo conduttore è la qualità della presenza ossia il nostro “esserci” come persone e come comunità nel cuore della contemporaneità. Una delle sfide imprescindibili è, inoltre,  quella legata alla pandemia e alle sue pesanti conseguenze perché la vita non sarà più come prima; anche la creatività nel vivere e nell’incarnare il carisma ci chiederà coraggio, speranza e una grande capacità di resilienza.

 

Che cosa auguri  ai giovani della nostra Diocesi e ai giovani di tutto il mondo?

Ai giovani auguro che non si lascino  scoraggiare dalla situazione nella quale viviamo, ma che sappiano essere coraggiosi e guardare al futuro; che possano fare scelte positive, anche andando controcorrente, che non temano la fatica del cammino e cerchino  percorsi per rendere migliore il mondo, che sappiano sempre confrontarsi con gli altri.