RISONANZE IN TEMPO DI PANDEMIA

Giovedì 11 giugno la Consigliera di Pastorale Giovanile ispettoriale, sr Carmela Busia e la Referente per la Formazione professionale, sr Monica Roncari, si sono trovate per un confronto online insieme ai formatori incaricati del coordinamento educativo-pastorale ed ai Direttori delle Sedi Operative del CIOFS –FP Piemonte. L’obiettivo era quello di condividere quanto provato nel periodo di pandemia, un momento carico di lavoro e di vissuti intensi, per non perderne la ricchezza pur nelle difficoltà incontrate. A partire dall’invito di Papa Francesco a non sprecare questa crisi e quanto può averci insegnato, i presenti si sono fermati a riflettere guidati da tre domande: Cosa hai maturato professionalmente e cristianamente dall’esperienza che stiamo vivendo? Cosa secondo te ha aiutato i ragazzi a vivere questo tempo? Quali attenzioni continuare ad avere nei loro confronti? E’ partita così la rilettura della situazione che ha lasciato trasparire una grande umanità e una grande ricchezza interiore da parte di tutti i docenti, uno spirito di servizio e una spiritualità salesiana assimilata e fatta propria. In questa situazione drammatica ci si è resi conto più che mai che numerosi ragazzi hanno vissuto questo periodo in famiglie provate economicamente e psicologicamente, senza strumenti tecnici adeguati, con poche relazioni e nella solitudine. I loro racconti ci hanno commosse e ci hanno fatto toccare con mano che gli eroi di questo momento non sono stati soltanto gli operatori del sistema sanitario che tutti abbiamo apprezzato e ringraziato, ma anche tutti i formatori che hanno  operato miracoli per portare avanti didattica e rapporto con i ragazzi, con l’obiettivo di non lasciare indietro nessuno, proprio come avrebbero fatto don Bosco e Madre Mazzarello.

Ecco le loro testimonianze. Grazie per questa condivisione così sincera e bella!

Il cambiamento ci pone di fronte al trovare soluzioni. Questa modalità ha portato un arricchimento professionale ed un arricchimento nella relazione con gli allievi, potendo dare più attenzione e tempo a ciascuno ed avendo spesso un rapporto 1:1. La pandemia ha portato via la fretta. Tutte le cose apprese sono degli aiuti in più per quando torneremo alla vita “normale”. E’ necessario “esportare” questa esperienza. Valorizziamo quanto di buono abbiamo scoperto.  E’ importante stare in mezzo ai ragazzi da adulti e dare la possibilità di avere un rapporto corretto con i docenti, anche attraverso l’utilizzo dei social network che hanno avuto un ruolo fondamentale.

Giorgio

 

 

Tortona è stata molto provata dal COVID e abbiamo vissuto momenti di angoscia. Era necessario entrare in rapporto con i ragazzi e supportarli nelle loro difficoltà Si doveva avere molta pazienza con loro e rispiegare molte volte le cose. La relazione è stata educativa e professionale da parte di tutti. La nostra vicinanza è ciò che ha aiutato i ragazzi a vivere questo tempo. Riportiamo nella vita normale tutto quanto abbiamo scoperto.

Sr Giusy

 

La burocrazia è stata molta, ma nonostante questo nonostante la distanza si educa in gruppo.

Sono dovuta crescere nella pazienza: con gli strumenti, con i colleghi, con gli allievi. Sono anche maturata con la tenerezza, vedendo gli allevi durante la formazione live. C’era  la documentazione, da portare avanti, ma prima di tutto c’era la relazione con loro.  Nessuno di loro può dire: Mi avete lasciata da sola.  Al loro ritorno, dovremo ascoltarli tanto…

Sr Valentina

 

 

Ho cercato di dare messaggi, non solo contenuti didattici.  Cristianamente ho maturato un’idea più chiara di umanità.  La nostra didattica, a differenza di quella di altre scuole, è molto più umana. Che cosa ha portato ai ragazzi questa esperienza? l’importanza delle piccole cose (una passeggiata al parco, una partita al pallone…), la famiglia (lo stare a casa ha permesso la riscoperta della famiglia), la tecnologia come risorsa prima era utilizzata per il tempo libero).  Dobbiamo continuare ad avere attenzione alle famiglie.

Silvia

 

Ho scoperto una realtà che non conoscevo, approdando come prima volta alla formazione professionale, sono stata incoraggiata e ho trovato molta solidarietà. L’intento era raggiungere i ragazzi e, insieme, come formatori, ci siamo impegnati in questo. Davvero al centro ci sono stati i ragazzi. L’obiettivo era non lasciare indietro nessuno. I ragazzi hanno detto: “Non ci avete mai abbandonati, ci avete aiutati a dare senso a questo non senso”. anche il “come stai?” rivolto a ciascuno prima delle lezioni ha avuto un significato diverso. La piattaforma è stato anche un luogo di scambio: una canzone, un buongiorno, un’immagine, la festa di fine anno virtuale… I formatori hanno fatto un grande lavoro di squadra.

Sr Anna Maria

 

E’ stato un periodo molto faticoso, pieno di problemi. La parte organizzativa e burocratica è stata pesante. Quello che mi ha tirato su è stato passare nei corridoi e sentire le live, sentire che la vita c’era comunque, che i formatori hanno dato tutto per stare dietro ai ragazzi. La preghiera alla Provvidenza per i nostri ragazzi, per le famiglie, per i formatori non è mancata. La Formazione Distanza non è la formazione professionale, nella quale i ragazzi utilizzano soprattutto  l’intelligenza delle mani per apprendere. E’ un miracolo che molti siano arrivati alla fine e non si siano persi. Questo è un grande merito dei formatori.

Sr Lella

 

La condivisione è portare meglio il peso delle situazioni difficili dal punto di vista burocratico e gestionale. Abbiamo dovuto comporre tante diversità e dinamiche.  Abbiamo sperimentato il senso della sorpresa, della scoperta, abbiamo sperimentato presenze e assenze, che tante cose che prima erano scontate ed ora non lo sono più. Abbiamo dovuto conciliare esigenze familiari e lavorative, lasciando comunque ai ragazzi il nostro sorriso. I nostri ragazzi sono sempre stati corretti ed educati. C’è anche stata la scoperta della famiglia personale, che merita i suoi tempi, del perdono perché la fatica c’è in tutti i contesti. La nostra è stata una distante presenza, ma c’eravamo al meglio delle nostre e loro possibilità, con tutte le difficoltà tecniche ed economiche.  Dobbiamo essere quelli che forniscono un’alternativa di risposta a quella che è la vita dei ragazzi. I nostri ragazzi attraverso l’intelligenza pratica arrivano allo stesso livello degli altri. In questo periodo non hanno potuto esercitarla…

Vincenzo

 

Professionalmente ho riscoperto la necessità di reinventarmi, tutti i colleghi lo hanno fatto, tutti siamo usciti dai nostri ruoli e ci siamo messi in gioco.  C’è stato un momento di panico iniziale: contenuti, compiti, come facciamo? Abbiamo ricevuto dai ragazzi tanti grazie per la vicinanza; si sono sentiti accolti capiti, cercati. Anche le famiglie hanno ringraziato che il cfp si sia preso cura dei loro ragazzi nonostante la distanza. Questa è una generazione che esce molto, ha vissuto con fatica il lockdown: il fatto di essere capiti li ha rincuorati. Tanti dei ragazzi che facevano venire al centro, nelle live continuano a dire che non vedono l’ora di venire a scuola ed anche chi faceva più fatica didatticamente ha dato il meglio di sé facendo dei lavori splendidi, anche attraverso l’utilizzo dei social.

Nicoletta

 

Ho patito tantissimo a lavorare da casa, mi mancava la relazione con colleghi e allievi.   Durante la Formazione a Distanza gli allievi ci tenevano a ricevere materiale, ad essere ascoltati… Molti hanno avuto problemi tecnici. I ragazzi sono poveri più di una volta: a livello affettivo, economico e tecnologico. Quando ho potuto rientrare in sede, è stato bello, a livello cristiano, vedere la comunità delle suore che pregava: mi ha dato pace.

Francesco

Professionalmente ho imparato la pazienza, l’educazione, i ragazzi sono stati molto educati e corretti. Cercavano il contatto giorno e notte, ma hanno avuto molto rispetto dei tempi dei docenti nelle risposte. Come mamma e come moglie ho dovuto conciliare i tempi… ma si è stati in famiglia e questo è stato il positivo. I ragazzi sono molto più tecnologici di noi e vivono le loro amicizie via social, questo ha fatto sentire di meno la mancanza del cortile. La presenza dei formatori ha fatto però la differenza.  Alcuni istituti statali hanno fatto solo la parte culturale ed in orario strettamente scolastico. Il CIOFS FP ha dato il meglio a qualunque ora.

Tiziana

 

Anche noi abbiamo avuto paura… Abbiamo avuto molte preoccupazioni  in famiglia e problemi tecnici ed organizzativi nei centri. i ragazzi non hanno percepito le difficoltà dei docenti, ma solo il fatto che erano a loro disposizione, perché di fronte a loro c’era solo sorriso.

Valerio