Vides Main: 200 storie attraverso il vetro

E’ accaduto così, qualcuno direbbe quasi per caso… Forse però non è andata in questo modo, forse quando la fantasia di Dio Padre ha tracciato i sentieri del Vides Main, aveva previsto anche questa tappa che è stata davvero una grande sorpresa. Un pomeriggio di febbraio, durante una riunione con i funzionari della Fondazione “Aiutareibambini” per il monitoraggio di uno dei nostri progetti, ci è stato proposto di incontrare un artista che aveva un sogno. Non ci hanno detto di più, ma il nostro “Sì” è scaturito spontaneo perché la parola sogno ha rappresentato da sempre, per noi, qualche cosa di magico…Ci sentiamo, infatti, eredi di un sogno e in questi anni il verbo sognare è stato uno di quelli che abbiamo coniugato maggiormente.

L’artista in questione è Raoul Gilioli, noto perché attraverso le sue sculture di vetro prova a lanciare messaggi controcorrente a questa nostra società, non sempre attenta alla Vita. L’abbiamo incontrato un pomeriggio al Centro “La Finestrella”, in mezzo a quello che con lessico familiare definiamo il nostro caos organizzato, dove c’è posto per tutti…bambini, ragazzi, giovani, mamme, nonne e, naturalmente suore, educatori, animatori, volontari.

Prima ancora di raccontarci il suo sogno e di farci comprendere quale sarebbe stato il nostro ruolo, Raoul ha incominciato a ripetere quasi a se stesso che stava cercando proprio un posto così, un luogo dove i bambini ridono e gli adulti si lasciano contagiare dalle loro risate, nonostante la crisi, le preoccupazioni e i disagi che sono costretti a vivere. Quando, dopo questo primo momento, ha dato spazio al suo racconto, abbiamo sentito dentro di noi che collaborare con lui poteva essere una bella avventura, un modo per portare “in piazza” un messaggio di solidarietà, di dialogo, di fraternità. Il suo progetto, dal titolo emblematico “Vita 200 stories through the glass” (200 storie attraverso il vetro) parte dalla convinzione che il futuro delle nostre società dipende dalla capacità di dialogo e di interazione tra generazioni. Se bambini, giovani, adulti, anziani non costruiscono tra loro legami di solidarietà, il mondo, a suo avviso, difficilmente uscirà dalle spirali del profitto a tutti i costi e della conseguente emarginazione di molti, da cui sembra essere sempre più avvolto. E’ noto, però, che il parlarsi tra generazioni non è così semplice, occorre trovare una strada, una terra di mezzo su cui sostare per aprirsi all’altro, diverso da te. Questa terra di mezzo, per un artista sensibile e originale come Raoul, è la dimensione del sogno…Tutti, nella vita, piccoli e grandi coltiviamo o abbiamo coltivato un sogno, non sempre, però, abbiamo avuto la possibilità di condividerlo e di regalarlo a qualcuno come qualcosa di prezioso. Ecco allora l’idea…creare occasioni dove bambini di 6/8 anni ed adulti di un’età compresa tra 50 e 70 si raccontino i loro sogni, prendendosi per mano e guardandosi negli occhi.

La fase sperimentale è stata vissuta a casa nostra, 5 bambini e 5 adulti hanno giocato insieme a scambiarsi i sogni e poi è stato costruito un video in cui si sono invertiti i ruoli, Stella – 7 anni – ha raccontato il sogno di Anna – 70 anni – e viceversa, Noemi – 8 anni quello di Giovanni – 68 anni – e Giovanni quello di Noemi. Poi è stata la volta di Fatima e di Chiara, di Jaja e di Martine, di suor Angela e di Masda. Raoul trasformerà le fotografie, scattate a queste coppie, in sagome di cristallo a grandezza naturale, sulla cui superficie è serigrafato un QR code che permette di accedere all’intervista audio/video archiviata su di un sito blog. In questo modo chi ammirerà le sculture – che diventeranno 200 e popoleranno nel corso del 2014 le più importanti piazze d’Italia – potrà anche sentire e vedere le storie degli adulti e dei bambini.

Due momenti emozionanti di questa avventura sono stati quelli vissuti nell’Aula Magna del Rettorato dell’Università agli Studi di Torino il 16 Aprile e al Circolo dei lettori il 17. Al tavolo della Conferenza Stampa, insieme al Magnifico Rettore dell’Università, all’artista, al critico d’arte del quotidiano torinese, ai rappresentanti delle Fondazioni che hanno sponsorizzato il progetto, c’eravamo anche noi, ci hanno voluti lì a testimoniare che i sogni non hanno confini e non si lasciano intrappolare dalle torri di cemento dei quartieri periferici, volano in alto con la speranza che qualcuno li raccolga. Ospite d’onore di questi due eventi è stata la prima scultura di cristallo, quella di Stella e di Anna che si guardano con tenerezza, si parlano e si tengono per mano.

Vi diamo appuntamento, allora, nei mesi prossimi in piazza Castello a Torino, dove le sculture saranno collocate in modo che la gente possa passeggiare in mezzo a loro, ascoltare le storie e lasciarsi contagiare dai loro sogni. Vi aspettiamo

La comunità del Vides Main

IL SITO DEL PROGETTO

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