Don Bosco ad Aosta

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E’ ripartita nel pomeriggio di lunedì 20 gennaio per tornare nella diocesi di Torino l’urna di san Giovanni Bosco esposta durante questo fine settimana nella Cattedrale di Aosta. Qualche tappa ancora in Piemonte prima di rientrare nella Basilica di Maria Ausiliatrice nel giorno, il 31 gennaio, in cui la Chiesa celebra la memoria del santo fondatore dei salesiani.

Ma il viaggio dell’urna è ancora lungo in vista delle celebrazioni del duecentenario della nascita nel 2015. Le prossime tappe sono in Lombardia e poi in Lituania.

Le parole di Mons. Lovignana

“Don Bosco – ha detto il Vescovo di Aosta, Franco Lovignana -ha molto da dire a una società e una Chiesa come quelle di oggi per lo sguardo positivo che seppe avere sulla realtà giovanile. Spesso il mondo degli adulti rivolge ai giovani uno sguardo sconsolato, mentre Don Bosco ha saputo credere in loro. Conosceva benissimo i mali del suo tempo e i rischi che correvano, però ha saputo, con uno sguardo di speranza e amore, attrarli a sé cercando di comprenderli, amarli e far venire fuori il loro meglio”.

Don Bosco e la Valle d’Aosta

Il territorio della Diocesi di Aosta non è stato particolarmente segnato da legami diretti con Don Bosco; tuttavia, le opere della famiglia Salesiana sono presenti già a partire dalla prima metà del ‘900, dapprima grazie alle Figlie di Maria Ausiliatrice, con il servizio nelle mense nel 1917 e la successiva fondazione ad Aosta della scuola “Don Bosco”, quindi con la presenza dei salesiani, mediante la fondazione nel 1948 dell’Istituto “Don Bosco” di Châtillon.

Si possono comunque trovare collegamenti significativi tra Diocesi e la vita del Santo dei giovani; in particolare nei rapporti tra Don Bosco e i Vescovi che si succedettero alla sede di Aosta, come Mons. André Jourdain (titolare della Diocesi dal 2 luglio 1832 al 29 maggio 1859) e Mons. Jans di Lillianes (titolare della diocesi dal 1867 al 1872).

Alla morte di Mons. Jourdain, dopo ben otto anni di sede vacante, Papa Pio IX fece ricorso, per avere un suggerimento, anche a Don Bosco. Quest’ultimo suggerì i nomi di zelanti sacerdoti, da lui stimati personalmente, e consigliò di scegliere come vescovi coloro su cui vi fosse l’assenso del Governo. Nel caso di Aosta, sembra che i suggerimenti di Don Bosco andarono a buon fine anche se in tempi diversi: dapprima, venne nominato Vescovo il Vicario Capitolare, Mons. Giacomo Jans, nel 1867; quindi, nel 1872, Mons. Joseph – Auguste Duc (Vescovo di Aosta fino al 1907).

E’ anche interessante dare uno sguardo alla realtà dei giovani valdostani che passarono o dimorarono nell’Oratorio di Don Bosco, a Torino. Un esempio per tutti è quello del giovane Cesare Tomasset, nato ad Aosta nel luglio del 1859, che entrò come studente a Valdocco il 19 agosto 1870 e, dopo essere divenuto sacerdote il 20 settembre del 1884, svolse varie funzioni in diocesi, in particolare a Villeneuve, dove rimase dal 1892 al 1921. Ricevette la medaglia al valor civile per un salvataggio in alta montagna nel 1889 e divenne cavaliere della Corona d’Italia nel 1924, ma rimase sempre in rapporto epistolare coi salesiani. Morì il 28 agosto 1926. A lui, ancora studente, Don Bosco rivolgeva per lettera alcuni consigli spirituali.

Intorno al 1840, parecchi immigrati valdostani si guadagnavano da vivere facendo gli spazzacamini. Per iniziativa di don Giuseppe Cafasso, don Pietro Ponte e altri sacerdoti legati al Convitto Ecclesiastico nacque un’opera specificamente dedicata alla cura pastorale degli spazzacamini. Le condizioni di questi adolescenti non erano affatto ignote a Don Bosco e anche lui non mancò di intervenire a loro favore attraverso l’accoglienza a Valdocco.

di Domenico Albiero (Aosta Sera)

VAi anche all’articolo: http://www.aostaoggi.it/2014/gennaio/19gennaio/news32448.htm

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