VIDES Maìn: a proposito di integrazione

Si sa, quando l’anno scolastico sta per terminare, prima che si apra lo scenario delle attività estive, è naturale avvertire il bisogno di far sintesi, di guardare negli occhi i tuoi compagni di viaggio, piccoli e grandi, per capire che cosa ha funzionato e che cosa no, quali relazioni costruttive sono nate, quanto spirito di famiglia è maturato…di fare, in altri termini, un bilancio del cammino compiuto senza essere costretti a chiamare in causa – e questa è davvero una fortuna – le entrate e le uscite, il profitto e le perdite in termini di denaro. E’ successo anche a noi del Vides Main di voler tirare le somme del nostro operato e l’abbiamo fatto alla salesiana, senza prendere le distanze dai report e dalle verifiche ma privilegiando la dimensione della festa e affidando ai linguaggi che i giovani amano il compito di aiutarci a ripercorrere il cammino.

Lo spettacolo “La bottega dei giocattoli” del 31 maggio scorso, che ha chiamato in causa i bambini, i ragazzi, i giovani, le mamme che hanno partecipato alle nostre attività, si è rivelato, in questo senso, un test interessante. Sul palcoscenico hanno interagito età diverse e un gran numero di culture e provenienze differenti, accomunate da un messaggio controcorrente che ha accompagnato questa tenera storia dall’inizio alla fine. Con la danza, con le parole, con il mimo, con il canto, con l’acrobatica, i nostri “attori” hanno detto al numerosissimo pubblico presente che la solidarietà è più importante della condizione sociale, della ricchezza, che non importa di che colore è la tua pelle o quale forma hanno i tuoi occhi, quello che conta è avere il cuore ricco del desiderio di volere bene.

E all’insegna dell’allegria e della festa, sebbene all’interno di un itinerario serio e impegnativo – con il mandato di sr. Angela C – si è svolto anche il percorso di formazione dei giovani aiuto animatori dell’Estate Ragazzi 2014. Più di 40 “nuove leve” – piene di entusiasmo, quasi tutte cresciute nel nostro ambiente e per la prima volta provenienti da paesi diversi – hanno alternato momenti di laboratorio sulle motivazioni, le caratteristiche, la relazione educativa che occorre mettere in campo con i bambini, ad altri in cui sperimentarsi in modo diretto nel gioco e nell’animazione. Li guardavamo e non ci sembravano veri…eppure erano lì con tanta voglia di fare, nonostante le loro storie non facili. Ci siamo detti allora che vale la pena provare ad essere una comunità credibile che li accoglie per quelli che sono e cerca di aiutarli a far emergere le loro aspirazioni, spesso sommerse, all’autenticità, alla libertà vera, alla solidarietà, all’impegno nel servizio e nel volontariato.

Con un dialogo interreligioso, non programmato e nato in modo spontaneo, è iniziata la festa con i bambini, i giovani, le famiglie di Spina 3 – l’ultimo quartiere sorto nella Circoscrizione n°5 – in cui da qualche anno, in una torre a 22 piani, in un appartamento ormai diventato troppo piccolo, accogliamo il bisogno di aggregazione dei giovani e affianchiamo le loro famiglie. Alla festa, che voleva concludere i percorsi di attività prima dell’Estate Ragazzi, hanno partecipato anche alcune bimbe nuove del Marocco che non avevano mai visto una suora. Una di loro, 7 anni appena compiuti, rivolgendosi a sr. Carmela le ha chiesto “Chi è una suora? La risposta, dato il fracasso intorno e l’età della piccola, non era certo immediata. Sr. Carmela, mentre cercava le parole adatte, ha provato a prenderla alla larga e le ha risposto” vedi, ho il velo come la tua mamma” Prima che potesse continuare, la bimba è intervenuta dicendo “Che bello, allora sei una suora marocchina”. Il dialogo si è via, via allargato ad altri e con l’aiuto di una mamma che è la nostra mediatrice culturale volontaria, si è arrivati a parlare del Dio Padre di ogni uomo che vuole che ognuno si consideri fratello dell’altro. Il tutto condito dai dolci di tante parti del mondo che le mamme straniere ed italiane avevano preparato per la merenda e per dire grazie perché da quando siamo arrivati in quella “torre” si sentono meno sole.

La tappa più recente, contemporanea all’ inizio del Centro Estivo, è stato il soggiorno – capitanato da sr. Angela S. – a Cesana che, per molti di quelli che hanno partecipato, è stata l’unica occasione di vacanza. Il nostro arrivo ha rotto il silenzio di questa valle incantata, immersa nel verde e circondata da vette che non possono non aprire alla gioia. Abbiamo vissuto una settimana di scoperte, di stupore, di amicizia dove giorno per giorno ci si è impegnati a costruire “la Casa della Pace”, giocando con il dado dell’Amore. La casa della Pace è stata un’intuizione di Monica – la gemella di sr. Cristina Stara – che per anni è stata un’educatrice del Vides Main. Oggi opera presso in uno dei Centri delle Tossicodipendenze della città e ha scelto di regalarci una parte delle sue ferie perché crede fortemente nell’importanza della prevenzione per evitare i percorsi di disagio con cui si confronta tutti i giorni nel suo lavoro. A lei avevamo chiesto di preparare l’incontro del mattino, cosa delicata dal momento che la comunità del soggiorno era multireligiosa. Ebbene, Monica ha fatto diventare la piccola cappella la Casa della Pace e ha usato il dado dell’Amore per far emergere, anche dalle pagine del Vangelo, i valori che ci accomunano e che ci permettono di guardarci con animo libero, senza barriere.

La comunità del Vides Main