Assemblea interambiti della CII

Dal 12 al 13 marzo 2015 si è svolto a Roma l’incontro della Presidenza e d’interambiti rivolto alle ispettrici, alle consigliere di ambito (pastorale, formazione, comunicazione, economia), alle delegate/referenti delle associazioni al livello zonale (Ciofs-fp, Ciofs-scuola, Vides, Ciofs-coll.) Universitari, Ciofs-tl [CGS – PGS – TGS].

Obiettivi dell’incontro:

Attivare “insieme” un confronto aperto e dinamico tra Ispettrici, Consigliere di ambiti (Formazione-Pastorale-comunicazione-economia) e Delegate per:

• Evidenziare come la presenza dell’Istituto oggi in Italia presenti di fatto delle sintonie con la scelta di conversione pastorale (Cf. CG XXII)
• Individuare i punti di criticità e di forza per creare continuità e unitarietà nei processi avviati, nelle associazioni, nelle opere, nei diversi ambienti educativi, pur nella dinamicità dei cambiamenti interni ed esterni.

Dalla sintesi dei lavori di gruppo, caratterizzati da un forte interscambio e arricchimento reciproco di riflessione, confronto e dialogo, sono scaturite idee, proposte e progettualità riguardo alla necessità di allargare sempre di più lo sguardo ai bisogni più autentici dei giovani per essere missionari di speranza e di gioia.

Continuità/Unitarietà, formazione e comunità locale sono i tre punti nodali emersi nel corso dell’incontro e ripresi da un’angolatura pastorale, formativa, comunicativa e gestionale.

Occorre creare continuità e unitarietà nelle opere e nei percorsi, attraverso forme che accrescano il senso di appartenenza all’interno degli ambiti e delle associazioni, al fine di assumere un convergente sforzo progettuale e operativo. E per fare questo:

Occorre, “entrare nel dinamismo del Carisma che è quello del Da mihi animas cetera tolle , quella forza capace di dare risposta alle nuove situazioni delle Ispettorie e del mondo giovanile”, e, “attenti alla continuità e all’unitarietà dei processi” guardare alla realtà locale e ispettoriale con occhi sempre più nuovi, E collocandosi su processi già iniziati, definire prospettive, modalità di attuazioni, di monitoraggio e di verifica che aiutino a camminare in novità e dinamicità di vita attraverso “quel gioco di squadra” e quello “spirito di gruppo”, che mette in comune e valorizza capacità, competenze, conoscenze individuali e intuizioni pastorali basate sull’esperienza.

Occorre formare le risorse religiose e laiche in prospettiva di futuro, attraverso un progetto comune, completo e coerente, fedele al carisma, alle opere e alle persone; una progettualità partecipata e costruita insieme in una dimensione di scambio a diversi livelli, che si avvale di contributi e tappe diversificati che tengono conto delle esigenze, ma con finalità convergenti all’interno degli ambiti e delle associazioni.

Occorre mirare alla formazione del personale religioso e laico puntando maggiormente sulle risorse umane e interiori della persona che aspettano di essere rivelate in prospettiva del futuro, attraverso una costruzione di idee e una serie di buone prassi operative e di modelli organizzativi, messi a confronto al fine di conseguire obiettivi condivisi e costruire autentiche “alleanze educative” a vantaggio dei giovani. Un piano di formazione delle risorse, religiose e laiche, dunque, che non può prescindere dall’educazione e dalla condivisione della missione che richiede un mix di spiritualità e professionalità e che devono sempre essere inserite in un progetto d’insieme e in un processo di ri-significazione del futuro. E sempre disposti a potenziare le caratteristiche proprie di ognuno per ritornare a quell’intelligenza collettiva che rende possibili nuove forme di partecipazione attraverso processi d’interazione e collaborazione.

Occorre ricordare che la comunità locale è il nodo fondamentale per allargare lo sguardo con i giovani e per i giovani e ri-costruire la nostra presenza educativa partendo sempre dalla missione. Tra gli obiettivi della comunità locale c’è quello di ri-costruire la presenza educativa attraverso proposte e percorsi che ci permettano di allargare lo sguardo in modo creativo e lungimirante per incontrare i giovani e coinvolgerli nella realizzazione delle loro più profonde e intime aspirazioni personali e per portare alla luce quelle “energie latenti” che hanno bisogno di essere liberate. Ma questo compito non può essere affidato ad una sola persona, ma è un lavoro di alta sinergia fatto di strategie di animazione, di governo e di sussidiarietà, di promozione d’iniziative, di accompagnamento e sostegno, che si concretizza con proposte, strumenti, forme nuove da individuare e da sperimentare sia a livello ispettoriale che nazionale.

Per una progettualità italiana è necessario rileggere le nostre presenze educative sui territori, per far sì – come ha ribadito la Madre Generale, Madre Yvonne nella sua Buonanotte – che “la nostra presenza in Italia sia in linea con la conversione pastorale che deve coinvolgere giovani e laici, affinché le nostre presenze abbiano vita e futuro, e perché possano raggiungere i “feriti” dalla vita ed aiutarli a ritrovare speranza”.
La Madre a conclusione del suo incontro ha anche voluto condividere l’invito rivolto a tutte le Superiori degli Istituti di Vita Consacrata affinché le comunità religiose si sensibilizzino al fenomeno dei flussi migratori creando in ciascuno di noi e nella società una mentalità “che pensi in termini di carità, di solidarietà”, attraverso l’accoglienza dei “nostri fratelli e sorelle che non hanno il minimo”, di tutti “coloro che la nostra società che si dice sviluppata, scarta”.

Tratto dal sito www.fmaitalia.it